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Gli Elementi – 2.Il Fuoco

Gli Elementi – 2.Il Fuoco
 
”Sempre bruciando,
la fiamma deve infiammarsi,
tener fede, contro una materia inerte,
al comandamento  della propria luce.”
Gaston Bachelard

 

I quattro elementi: il Fuoco, l’ Aria, l’Acqua e la Terra non sono le sostanze materiali che noi conosciamo e a cui abbiamo attribuito questo nome, ma sono da intendersi come gli aspetti “primordiali”, “primitivi”, “archetipici” della materia (ogni simbolo chimico della tabella di Mendeliev  può essere associato per le sue proprietà, tramite la legge di analogia, ad uno dei quattro Elementi). 

Per avvicinarci al significato più elevato di ogni singolo elemento, l’elemento visto come archetipo, occorre procedere per piccoli passi e partire da ciò che vediamo, tocchiamo, intercettiamo con i nostri sensi, ossia occorre partire dalla manifestazione più concreta e comprensibile per poi risalire all’Idea originaria. 

Facciamo un esempio più semplice possibile: se parliamo dell’elemento archetipico Acqua, ci viene naturale pensare all’acqua come quella cosa che possiamo bere per dissetarci, che si presenta sotto forma di pioggia, torrente, mare o ghiaccio.  Pensiamo cioè all’esperienza concreta e materiale che abbiamo dell’acqua. 

Questo in prima battuta, anteriormente a quelle qualità che rientrerebbero sì nell’archetipo Acqua ma che percepiamo solo in seconda istanza come attributi o comportamenti, ad esempio: l’adattabilità, l’accoglienza, l’avvolgenza, la capacità di penetrazione, la sorgente di vita, ecc. 

Parliamo spesso dell’acqua, dell’oro blu, il problema del terzo millennio, ma anche dell’aria e della sua qualità in questo periodo storico in cui l’inquinamento si fa sempre più preoccupante, e anche della terra intesa come natura, equilibrio di sistemi da salvaguardare, agricoltura e alimentazione. 

Tra i quattro elementi, il Fuoco è quello non corruttibile, ma ora che l’innalzamento della temperatura sul nostro pianeta è aumentato così da allarmare sia la comunità scientifica che quella ecologista, si parla molto anche del Fuoco ma attraverso le sue diverse espressioni come il calore e la sua unità di misura ossia la temperatura. 

Ma cos’è il Fuoco? Come possiamo definirlo?

 Un elemento così apparentemente semplice eppure così difficile da spiegare. Istintivamente tutti pensiamo di sapere cos’è ma difficilmente sappiamo esprimerlo con semplicità ed essenzialità attraverso il linguaggio.

 Le immagini che ci vengono in aiuto sono quelle del sole, della fiamma di una candela o delle lingue infuocate di un ceppo di legno che arde nel caminetto. 

 

 fig.3 Fuoco

 

Il Fuoco non si può toccare perché brucia, la fiamma non si può afferrare ma si può vedere, anzi ci permette di vedere quando è buio. Il Fuoco è Fiamma ed anche Luce. 

In una società come la nostra (mi riferisco al mondo occidentale) la distanza culturale tra noi e questo elemento va man mano ampliandosi. 

Si può quasi dire che si tratta di una frattura fisica, non abbiamo più un contatto diretto: illuminiamo le nostre case con l’elettricità, ci scaldiamo con impianti di riscaldamento sempre più sofisticati, trasformiamo il nostro cibo in forni elettrici o a microonde. 

Il mondo contadino è quello che rimane più coinvolto, almeno per il momento, grazie all’antica pratica del debbio: la bruciatura delle stoppie. 

Pratica peraltro che oggigiorno viene messa in discussione, ed è stata recentemente proibita nel nostro paese, per i risvolti negativi che possono verificarsi: come i possibili incendi, che se incontrollati portano ad una relativa desertificazione, o il rilascio di sostanze, che per la troppa bruciatura, a lungo andare, produce effetti dannosi e inquinanti al terreno. Terra che così anziché arricchirsi finisce con l’impoverirsi. 

Quanto alle immagini, come ad esempio il Sole, guardiamo sempre meno, e al massimo pensiamo all’elemento Fuoco, l’elemento così vicino al divino, solo per la sua forma distruttiva o ad ogni buon conto come a qualcosa da cui difendersi.

L’elemento Fuoco appare ai nostri occhi nella sua dualità di effetti: il suo lato distruttivo, in particolare, piuttosto che quello creatore e vitale. 

Nella mitologia il fuoco fu donato definitivamente agli uomini da Prometeo, che lo restituì loro dopo che Zeus glielo portò via per punizione. 

Per fare ciò Prometeo trasgredì ad un divieto imposto dal dio dell’Olimpo e per questo fu punito molto duramente. 

E’ evidente quanto il Fuoco sia stato, ed è, un elemento prezioso. Importante per lo sviluppo della civiltà umana e per la sua evoluzione. Interviene in ambiti e processi molto diversi, come già detto: illumina, riscalda, trasforma il cibo. 

Nel mondo primitivo proteggeva durante la notte dall’avvicinarsi di belve feroci. 

Permise la prima lavorazione dei metalli, quindi la fabbricazione di utensili, fino ad arrivare alla moderna siderurgia . 

Nel mondo antico, sia greco che romano, e non solo (si pensi agli Egizi e ai Persiani), occorreva custodire il fuoco e non farlo mai spegnere, pena ne era della vita stessa dei custodi. 

Il Fuoco terrestre era l’immagine del fuoco eterno, e quando bruciava in un tempio si manifestava come una presenza divina. Per questo non si poteva estinguere il Fuoco Sacro e doveva essere sorvegliato con molta attenzione. 

A pensarci bene, rimane forte questo senso anche nella nostra cultura, esempio ne sono sia i ceri accesi nelle chiese che il braciere della fiamma olimpica. 

L’archetipo del Fuoco quindi è un archetipo universale che ha attraversato il tempo e lo spazio geografico. 

L’astrologia, che ha come presupposto lo studio e la ricerca dell’unità e della relazione tra l’uomo e l’universo, non può trascurare gli elementi, intesi come energia oltre che come archetipi che si manifestano a più livelli nella vita dell’essere umano. 

Essa ci permette di conoscere l’individuo da un punto di vista energetico, di valutare l’equilibrio o meno delle sue varie componenti, attraverso un’analisi dei valori elementali presenti nel tema astrologico al momento della nascita. 

Come consiglia l’astrologo Stephen Arroyo, nel cercare di capire il significato degli elementi non bisogna confondere i risultati esteriori di queste forze con i loro fattori fondamentali. Per fare ciò occorre osservare non solo il significato fisico e psicologico dei quattro elementi ma anche guardarli dal punta di vista di uno stato più elevato di coscienza. 

Nel tema zodiacale, l’elemento Fuoco, è associato a tre Segni e a tre Case: ogni elemento (quadruplicità) ha significati su più livelli (triplicità). 

L’Ariete, il Leone e il Sagittario sono segni di fuoco, e le Case associate a questo elemento sono la Casa Prima, Quinta e Nona. 

Se in Casa Prima nasco, mi mostro al mondo, interagisco per la prima volta, in Casa Quinta divengo, cresco,  mi sviluppo, mi consolido. In Casa Nona divento consapevole di ciò che sono. 

Queste tre Case di Fuoco sono gli ambiti in cui metto alla prova il mio esistere, il mio divenire e il mio essere. Dalla scoperta di me come essere vivente e potenziale, alla scoperta  delle mie doti e del loro funzionamento nel mondo, alla consapevolezza della mia coscienza. 

Facciamo degli esempi partendo da quei termini e quelle parole chiave che normalmente associamo ai tre segni zodiacali in questione. 

L’Ariete è l’impulso che ci spinge alla vita, inizia in primavera, quando la natura rivive e rifiorisce. È l’istinto vitale, l’Ariete non perde tempo a pensare perchè sa già intuitivamente che deve agire come necessità primaria per esprimere la vita e la vitalità. 

Se qualcuno ci sferra un colpo o se ci sta arrivando una pallonata al viso, non stiamo a discutere e razionalizzare cosa sia meglio fare, ma un impulso, preceduto da una intuizione, istintivamente ci fa portare le braccia a parare il colpo e magari il corpo a scattare e a spostarsi dalla traiettoria. 

Agire così velocemente è fondamentale, è un impulso simile ad una fiammata o ad un lampo, è la scintilla velocissima che ci sprona ad una risposta immediata, è vitale e di salvaguardia allo stesso tempo. 

Il Leone tipicamente accresce le proprie facoltà istintive e fa mostra delle proprie qualità. É un fuoco che si autoalimenta, che mette in mostra se stesso, si espone e si appropria delle proprie doti. Esattamente come un fuoco nel camino, che alimentiamo con costanza, che ci aiuta a scaldarci e su cui possiamo anche mettere a cuocere del cibo: è un fuoco che sperimenta un metodo ricorsivo al fine di crescere, svilupparsi e mantenersi ai più alti livelli. 

É un Fuoco che permette la continuità e la stabilità dell’essere

Il Sagittario ai suoi livelli più elevati è un maestro di vita, sprizza saggezza, illumina con la sua esperienza. Non si mette in mostra, interviene quando lo ritiene necessario o quando gli viene richiesto. È consapevole che la sua interazione con altri esseri è un modo di nutrirsi e scambiare energia vitale. Sa di imparare continuamente da chiunque e da qualunque cosa. 

É paragonabile al fuoco delle braci, non fa più fiammate ma è al massimo della produzione di calore, sa anche di poter reggere ancora molto ma non di poter andare tanto oltre, questa consapevolezza ed accettazione fa sì che con il piccolo dono di un tizzone ardente, elargito alla sua progenie o ad un suo discepolo, permetterà la continuazione dell’esperienza  oltre se stesso. 

Con un parallelo possiamo dire che il corpo è il fuoco dell’Ariete, l’anima è il fuoco del Leone e lo spirito è il fuoco del Sagittario. 

La triplicità di questo Fuoco si può anche esprimere paragonandola alle tre fasi della vita di una candela: l’accensione della fiamma, la combustione grazie al supporto della cera, la luce che si diffonde dalla fiamma.

 OroStella